domenica 10 ottobre 2010

Ci sono bambini a zigzag



Ho finito di leggere questo libro un istante fa. Non ho scelto io di leggerlo, me lo ha detto la prof. Non ho mai svolto un compito a casa con così tanto piacere. Ho ancora gli occhi lucidi. Non che la storia finisca male, anzi, è finita così bene che mi sono sentita il cuore palpitare. Sembrava quasi una favola: una di quelle che mi leggeva mia madre da bambina. E vissero per sempre felici e contenti. Questo libro, che dire, l'ho adorato. Un bambino che si ritrova a fare un viaggio, proprio prima del suo tredicesimo compleanno. E quel suo misterioso rapitore, Felix, una specie di ladro gentiluomo in stile Lupin. E quella Lola Ciperola che, dal nome, mi sembrava un po' una Betty Boop, ma che poi si è dimostrata una nonnina premurosa. La madre di Nono, Zohara è il centro di tutta la storia. Fin dall'inizio ci si chiede che tipo di persona possa essere, ma io me la sono immaginata tutta l'opposto di quella che era in realtà. Ma il personaggio più importante, senza il quale la storia non sarebbe andata avanti, è Gabi. Gabi che si veste sempre di nero -perchè il nero smagrisce- Gabi che vorrebbe essere un po' Felix Glick e un po' Lola Ciperola, Gabi che sente il mal di mare pure quando è sulla spiaggia. Per Nono Gabi non è nè una mamma nè una matrigna: è Gabi e basta. Nè più nè meno.
Ho riflettuto molto su questa cosa dei bambini a zigzag. Non so se è questo che voleva farci intendere Grossman, tuttavia io l'ho pensata così. Nel mondo esistono personalità diverse. Alcune sono più strane, più spigolose, degli altri. Alcune persone sono troppo diverse per essere accettate. In un mondo di bambini rotondi, di bambini quadrati, di bambini a triangolo, c'è un posto per i bambini a zigzag? Quelli che danno più problemi, quelli che si comportano in maniera diversa, quelli che non sanno che strada scegliere, quelli che hanno momenti felici e momenti tristi, insomma, quelli che sono a zagzag. Secondo me siamo tutti un po' a zigzag, ma non lo diamo a vedere. Forse questo lato di noi ci fa paura, forse preferiamo essere come gli altri per essere accettati. E abbiamo paura di quelli che hanno il coraggio di tirare fuori la propria anima a zigzag. Mi piace questa parola. E' una parola boomerang. Va avanti e poi torna indietro, come un dondolo, come un'altalena o come una culla che ondeggia mentre la mamma conta una ninnananna. Zig... e fa via... zag...e torna indietro. Zig zag, zig zag, din don, tic toc. mi piace. Mi sembra di sciare. Fare lo slalom tra gli alberi. Zigzag. Tagliuzzare un foglio di carta. Zigzag. Come una scavatura a forma di fulmine sulla parete per non piangere

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